Gran Sasso: salita invernale al Corno Grande per il ghiacciaio del Calderone
Pietra Camela 30 Dicembre 2015
In previsione di un viaggio alla ricerca di montagne e lontane, mi sono concesso un’avventura invernale sulla Vetta Occidentale del Corno Grande a 2912 MT.
Quando sarò su cime di un paese lontano a cercare la più grande avventura, ricorderò le montagna del Gran Sasso durante questa gita alla fine alla fine del 2015.
Incontro l’amico Fabrizio all’uscita Valle del Salto sull’autostrada per L’Aquila ed insieme proseguiamo per Prati di Tivo che raggiungiamo qualche minuto prima delle 9. Un guasto alla biglietteria della funivia ci fa perdere quasi un ora e verso le 10 siamo in cammino verso il Rifugio Franchetti, per la via invernale che costeggia le pareti del Corno Piccolo.
Si procede agevolmente, con i ramponi, tra neve dura e roccette affioranti. Raggiunto il rifugio tagliamo in direzione della comba glaciale del Calderone; presto passiamo vicino alla croce posta a ricordo dell’alpinista Peppino Raggi, scomparso su queste rocce nel 1972.
La neve oggi non è abbondante per il periodo e non è ancora molto compatta, la progressione in salita risulta faticosa, ma in breve siamo dentro l’anfiteatro glaciale, circondati da rocce millenarie.
Una breve pausa per recuperare zuccheri e liquidi ci offe lo spunto per affrontare la risalita del Calderone, la cui neve è in condizioni migliori della neve incontrata sin ora. La fatica è ripagata dal panorama sempre affascinante.
L’ultima paretina ci conduce in cresta dove riappare il sole che ci scalda e ci accompagna sino in vetta.
Nel frattempo le nuvole che arrivano da est hanno ricoperto uniformemente il centro Italia, lasciando scoperte solo le cime delle montagne più alte che emergono dal vapore acqueo come isole nell’oceano.
Sono passate le 15.30 quando decidiamo di prendere la via della discesa che abbiamo effettuato per lo stesso itinerario dell’andata. Velocemente il sole inizia la sua discesa verso ovest colorando il cielo di tonalità tra il rosa e l’arancione. La montagna che ci circonda è rossa, infuocata e veniamo travolti da una frenesia fotografica che ci fa trascorrere quasi un ora in contemplazione.
Ormai è buio e siamo tornati al Franchetti, quindi, prestando la massima ttenzione raggiungiamo in circa un ora la stazione della funivia, ormai chiusa ed avvolta nella nebbia fittissima. Con qualche difficoltà decidiamo di seguire una linea retta in discesa, parallela ai piloni, sicuri che il penio conduce al piazzale di Prati di Tivo, che raggiungiamo alle 19.40
Mitica avventura per chiudere l’anno con una giornata di grande montagna.
Galleria Fotografica
caro amico ho fatto parecchie solitarie ma da campo imperatore. Ti dico che rispetto al platea dell’Antartide sono una passeggiata primaverile. Li ho avuto temperature estive -50 gradi e vento 120 pressione atmosferica 640hp